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Italia: Comunicato di Adriano Antonacci sul rifiuto del processo in videoconferenza

sabato 25 maggio 2013

Spendo solo poche parole a sostegno della scelta di non presenziare all’udienza del 26 maggio, ed eventualmente alle prossime, essendo stata disposta la videoconferenza.

L’applicazione di tale dispositivo rientra, per ora, nell’infame logica della differenziazione dei circuiti detentivi, dove l’individuo recluso e imputato viene demonizzato e disumanizzato data la notevole “pericolositàsociale†.

Sperimentato nel 41 bis vuole ora estendersi ai prigionieri classificati A.S. e in ogni processo dove la solidarietàe conflittualitàsono o potrebbero essere caratterizzanti e quindi elementi di disturbo e opposizione per chi, applicando codici in vestaglia e bavaglino, svolge il proprio lavoro, decidendo sulla libertàfisica altrui. Non possedendo peraltro alcuna virtù, ma avendone facoltà. Dato il diritto. Data la legge.
La videoconferenza pone limiti ben precisi a discapito di chi è sotto processo, favorendo da ogni punto di vista accusatori e giudicanti.

Ragionando poi ad ampio raggio, le limitazioni potrebbero non riguardare solo l’ambito processuale…

Considerate le magnifiche sorti del progresso, tale strumento di contenzione, anche per ragioni economiche, vorràun domani estendersi ulteriormente e dilagare in molti se non in tutti i processi. Non ci vuole poi molto ad allestire stanzette con schermi, microfoni e telefoni. Lor signori sempre troveranno una “valida†motivazione per giustificarne l’impiego. Come ovvio che sia, la non neutralitàdell’avanzata tecnologica si mostra in ogni ambito e sempre rivela l’essere asservita al Potere.

La virtualizzazione di un processo, per quanto significativa, è in fondo poca cosa comparata alle nefandezze dell’autorità(in questo caso giudiziaria) ma è comunque indicativa in relazione a quella che è la virtualizzazione della vita, volta a controllare e annichilire, dove vengono meno emozioni, espressivitàe sensorialità… dove viene meno la bellezza stessa della vita e la libertàdi viverla realmente.

Mi risparmierò quindi di sentirmi uno scemo, ritrovandomi seduto davanti a uno schermo per assistere inerme al teatrino che vedràcome coprotagonisti assenti me e mio fratello Gianluca.

Saràquindi un giorno di galera come un altro, dove la rabbia è una costante, ma si cerca, per quanto possibile, stabilitàe un po’ di serenità. Non nascondo la tristezza di non potere rivedere e magari riuscire ad abbracciare le persone a cui tengo e sentire il calore di compagnx solidali.

Solo nella lotta la liberazione! Sol nell’anarchia la libertà!

Adriano
17-05-2014


Per scrivergli:

Adriano Antonacci
CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122

[Da : Informa-azione.]